Performance non è solo forza!
Quando si parla di performance, la mente corre subito alla forza, alla velocità, alla resistenza. Ma se c’è una lezione che chiunque si sia allenato seriamente impara col tempo, è questa: un corpo che funziona bene non è solo forte, ma è anche presente, ricettivo e in ascolto.
La vera performance non si misura solo in kg sollevati o record battuti. Si misura in quanto riusciamo a percepire il nostro stato interno, in quanto siamo connessi a ciò che il corpo ci sta dicendo; e la nutrizione, in questo, gioca un ruolo cruciale.
Cosa vuol dire “sentire il proprio corpo”?
Significa saper distinguere una fame fisiologica da una fame nervosa. Capire se quella stanchezza è dovuta a uno sforzo fisico o a uno squilibrio calorico. Sapere che tipo di allenamento è più adatto a noi in quel giorno, in quel momento, al livello di stress, al sonno della notte precedente.
Oltre la dieta
Mangiare per migliorare la performance non significa solo bilanciare i macronutrienti, ma significa educare il corpo e la mente a riconoscere i segnali di energia, sazietà, stanchezza, digestione efficiente e recupero.
Una persona può seguire una dieta perfetta sulla carta, ma se è costantemente gonfia, ha un’evacuazione irregolare, risulta spesso irritabile o in balia di cali energetici frequenti, quella dieta non sta realmente supportando il suo corpo.
Al contrario, chi riesce a sentirsi “centrato” dopo ogni pasto, ad allenarsi con focus e recuperare in modo completo, è probabilmente anche chi ha imparato a nutrirsi.
Corpo e mente: una connessione dimenticata
Spesso alleniamo il corpo e lasciamo la mente correre ovunque. O viceversa, ci focalizziamo su emozioni, pensieri, meditazioni, ma dimentichiamo che la mente ha sede in un corpo fisico.
Questa scissione è pericolosa: un atleta (anche amatoriale) che non ascolta il proprio corpo può facilmente forzare, farsi male, sentirsi in sovraffaticamento o sabotare la performance con scelte alimentari incoerenti con il suo stato attuale.
Per questo motivo, la performance reale è il risultato dell’integrazione tra ascolto corporeo, alimentazione funzionale e autoregolazione emotiva.
Nutrizione come strumento di connessione
In quest’ottica, la nutrizione smette di essere solo un calcolo di calorie. Diventa uno strumento di riconnessione. Ecco alcuni esempi concreti:
- Scegliere cibi che ci fanno sentire sazi e leggeri, non solo pieni.
- Rispettare il ritmo naturale della fame, anche nei giorni di scarico o stress.
- Adattare i pasti alle fasi del ciclo mestruale, con più alimenti ricchi di magnesio nella fase premestruale ad esempio.
- Utilizzare pasti “ancora” prima di eventi stressanti, come un pre-workout bilanciato o una colazione saziante prima di una giornata impegnativa.
- Monitorare non solo le calorie, ma le sensazioni dopo i pasti: energia, digestione, umore.
Estetica, benessere e performance: si può avere tutto?
Sì, ma solo se smettiamo di vederli come obiettivi separati. Un corpo performante è spesso anche un corpo esteticamente armonico e internamente sano. Ma ciò accade solo quando si smette di rincorrere risultati e si inizia a costruire equilibrio.
- Allenati per sentire, non per punirti.
- Mangia per nutrirti, non per controllarti.
- Ascolta il corpo ogni giorno, perché ogni giorno è diverso.
Conclusione: la nuova performance è integrata
Il futuro della nutrizione applicata alla performance passa per una nuova visione: unire attività fisica e biologia con emozioni e percezione. Chi riesce a fare questo salto non solo ottiene risultati duraturi, ma soprattutto costruisce una relazione sana con il proprio corpo.
La consapevolezza si allena, esattamente come un muscolo.
Dott. Nicola Frisoni