CARNIVORE DIET: funziona?

Perché se ne parla

La dieta carnivora è un regime alimentare basato quasi esclusivamente su carne, pesce, uova e latticini, eliminando completamente frutta, verdura, legumi e cereali. È diventata popolare grazie ai social e a chi racconta benefici rapidi su peso, energia e sintomi intestinali. Ma cosa dice davvero la scienza? E quali sono i rischi nel lungo periodo?

I possibili benefici

Molte persone che la provano riferiscono:

  • Perdita di peso veloce: l’assenza di carboidrati riduce i picchi glicemici e spesso porta a un calo spontaneo delle calorie.
  • Meno sintomi gastrointestinali: eliminando fibre fermentabili e FODMAP alcuni soggetti con colon irritabile notano sollievo.
  • Appetito più controllato: la chetosi può ridurre la fame e migliorare la concentrazione.

Tuttavia questi benefici si osservano soprattutto nel breve periodo e non sono uguali per tutti.

I punti critici

Seguire solo alimenti animali comporta diversi rischi:

  1. Colesterolo e cuore
    Molti pazienti vedono aumentare l’LDL-colesterolo dopo alcune settimane, nonostante trigliceridi bassi e HDL buoni. Questo significa maggior rischio cardiovascolare, specie se già predisposti.
  2. Carenze nutrizionali
    Senza frutta e verdura mancano vitamina C, folati, potassio, fibre e antiossidanti. Le frattaglie coprono solo in parte queste lacune.
  3. Microbiota intestinale
    L’assenza di fibre riduce la produzione di butirrato, fondamentale per il colon e per il sistema immunitario.
  4. Reni e calcoli
    Troppe proteine animali abbassano il pH urinario e possono aumentare il rischio di calcoli renali.
  5. Tumori
    Le carni trasformate (salumi, bacon, wurstel) sono classificate come cancerogene per il colon. Un consumo elevato e prolungato non è neutro.

Osservazioni dalla pratica clinica

In studio si vedono due scenari:

  • Alcuni pazienti hanno benefici rapidi (peso, gonfiore, energia).
  • Altri sviluppano stipsi, colesterolo alto o calcoli nel giro di poche settimane.

Questo conferma che la dieta carnivora non è adatta a tutti e va sempre monitorata.

Falsi miti

  • “La carne contiene tutto quello che serve” à falso: senza vegetali mancano fibre e vitamine fondamentali.
  • “Eliminare verdure riduce sempre l’infiammazione” à falso: molti antinfiammatori naturali (polifenoli, carotenoidi) derivano proprio da frutta e verdura.
  • “Il microbiota non conta” à falso: fibre e fermentazione sono alla base della salute intestinale.

Come provarla senza rischi eccessivi

Se un paziente vuole sperimentarla, meglio farlo con prudenza:

  1. Durata breve: 4–6 settimane, non di più nella prima fase.
  2. Qualità: preferire carni bianche e pesce, limitare le rosse, evitare quelle trasformate.
  3. Variare: inserire pesce azzurro, uova, frattaglie in piccole dosi.
  4. Idratazione alta: almeno 2–3 litri al giorno per ridurre rischio calcoli.
  5. Integrazione mirata: vitamina C, magnesio o fibre (psillio) se serve.
  6. Controlli medici: analisi di colesterolo, reni e urine prima e dopo il periodo di prova.

Alternative più equilibrate

Spesso i benefici (dimagrimento, miglior digestione) si possono ottenere anche con approcci meno estremi:

  • Dieta mediterranea low-carb: più proteine animali, pesce, uova e olio EVO, ma senza eliminare del tutto le verdure.
  • Dieta low-FODMAP: utile per chi soffre di gonfiore o colon irritabile, senza rinunciare alle fibre sane.

Questi modelli hanno alle spalle più evidenze scientifiche e sono più sostenibili nel lungo periodo.


Messaggio finale

La dieta carnivora può sembrare efficace nel breve termine, ma espone a rischi importanti se seguita a lungo. La scienza indica chiaramente che i modelli alimentari con abbondanza di vegetali restano i più protettivi per cuore, intestino e longevità.

Se vuoi sperimentarla, fallo per un periodo limitato, con supervisione medica e analisi regolari. Per la maggior parte delle persone, un approccio equilibrato e personalizzato è la strada migliore per la salute.

 

Per approfondire

Dott. Nicola Frisoni

24/09/2025